In poco più di due anni ho cambiato radicalmente la mia vita, mi sono
fidanza, sposata, ho trovato un nuovo lavoro. Prima di questi eventi mi ricordo solo
tristezza e desolazione, depressione e singletudine croniche, una vita immobile
e sempre uguale per 3 (no sto barando,
quasi 4) lunghi(ssimi) anni. Cause di questi mali: un grande amore finito male
e una scelta di carriera e di vita sbagliata, di cui mi sentivo prigioniera e
che mi sembrava impossibile abbandonare senza deludere le aspettative di tutti, comprese le mie.
Elenco delle cose che ho imparato:
- prima di tutto: capire quello che sei
(e di conseguenza quello che non sei. Esempio: all’università
desideravo vagamente di diventare una di quelle donne in carriera, tutta lavoro
e tacchi a spillo. Non sono un tipo così e non desidero una vita così, mi ci
sono voluti anni a capirlo)
- secondo: non avere paura di ammetterlo
(e non è facile ammetterlo soprattutto a se stessi. Se hai sempre
creduto di essere un tipo di persona, entri in crisi quando i fatti e le tue
reazioni alle cose ti dimostrano l’esatto contrario)
- terzo: capire quello che vuoi
(quello che vuoi più di tutto, quello di cui ti importa davvero, per
cui vale la pena vivere. Fino a che non ho fatto chiarezza su questo ho reso
profondamente infelici me e gli altri)
- quarto: capire come fare per ottenerlo
(e non avere paura di cambiare rotta
per farlo. qui non è sempre immediato. Bisogna partire con i piccoli passi e i
fatti concreti, senza perdere di vista l’obiettivo finale)
- quinto: mai perdere la speranza
(questo l’ho imparato dal mio amico G., che è la persona con più
speranza nel futuro e fiducia nella vita che conosco. A lui va sempre di culo,
quindi ho pensato: potrei provarci anche io. funziona!)
Quando ho capito che il mio sogno più grande non era rendere fieri
mamma e papà intraprendendo una luminosa carriera accademica, né far rodere
d’invidia amiche e nemiche diventando il prototipo della donna di successo, ma
più banalmente diventare una persona serena che si sveglia la mattina contenta
della sua vita e soddisfatta delle (piccole) cose che ne fanno parte, è stata
una rivelazione.
A quel punto il più era fatto. Abbandonare ciò che mi
rendeva infelice e perseguire la felicità per quanto mi era possibile è stata
la scelta più naturale.