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martedì 29 novembre 2011

Pilot


In poco più di due anni ho cambiato radicalmente la mia vita, mi sono fidanza, sposata, ho trovato un nuovo lavoro. Prima di questi eventi mi ricordo solo tristezza e desolazione, depressione e singletudine croniche, una vita immobile e sempre uguale per 3 (no  sto barando, quasi 4) lunghi(ssimi) anni. Cause di questi mali: un grande amore finito male e una scelta di carriera e di vita sbagliata, di cui mi sentivo prigioniera e che mi sembrava impossibile abbandonare senza deludere le aspettative di tutti, comprese le mie.
Elenco delle cose che ho imparato:

- prima di tutto: capire quello che sei

(e di conseguenza quello che non sei. Esempio: all’università desideravo vagamente di diventare una di quelle donne in carriera, tutta lavoro e tacchi a spillo. Non sono un tipo così e non desidero una vita così, mi ci sono voluti anni a capirlo)

- secondo: non avere paura di ammetterlo

(e non è facile ammetterlo soprattutto a se stessi. Se hai sempre creduto di essere un tipo di persona, entri in crisi quando i fatti e le tue reazioni alle cose ti dimostrano l’esatto contrario)

- terzo: capire quello che vuoi

(quello che vuoi più di tutto, quello di cui ti importa davvero, per cui vale la pena vivere. Fino a che non ho fatto chiarezza su questo ho reso profondamente infelici me e gli altri)

- quarto: capire come fare per ottenerlo

(e non avere paura di cambiare rotta per farlo. qui non è sempre immediato. Bisogna partire con i piccoli passi e i fatti concreti, senza perdere di vista l’obiettivo finale)

- quinto: mai perdere la speranza

(questo l’ho imparato dal mio amico G., che è la persona con più speranza nel futuro e fiducia nella vita che conosco. A lui va sempre di culo, quindi ho pensato: potrei provarci anche io. funziona!)

Quando ho capito che il mio sogno più grande non era rendere fieri mamma e papà intraprendendo una luminosa carriera accademica, né far rodere d’invidia amiche e nemiche diventando il prototipo della donna di successo, ma più banalmente diventare una persona serena che si sveglia la mattina contenta della sua vita e soddisfatta delle (piccole) cose che ne fanno parte, è stata una rivelazione.
A quel punto il più era fatto. Abbandonare ciò che mi rendeva infelice e perseguire la felicità per quanto mi era possibile è stata la scelta più naturale.

6 commenti:

  1. Sembra facile, ma non lo è, vero? In particolare, io fatico sempre sui punti 3 e soprattutto 4 ;)

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  2. è la cosa più difficile al mondo... ma ancora più difficile è stato per me il cammino fino a qui, cioè fino all'individuazione di questi 5 punti fondamentali! finchè non ho capito cosa volevo per davvero quello che volevo dalla vita e cosa contava davvero per me, ho sprecato delle occasioni e "perso treni" importanti che non sono più tornati indietro...

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  3. che splendido inizio per un blog! ...talmente splendido che ho deciso di seguirti :) mi piace la tua "presa di coscienza"... come dire: all'improvviso "ogni cosa è illuminata"! bravissima

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  4. grazie Sandra, benvenuta! che bellissime cose mi dici, non sai quanto mi fa piacere! è stato proprio come dici tu: "ogni cosa è illuminata", all'improvviso, come una rivelazione

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  5. Condivido molti punti del tuo incipit, non è semplice comprendere se stessi quando si è agitati da sentimenti contrastanti e anche quando trovi la strada...è una ricerca lunga un cammino di vita con o senza scarpe buone cerchiamo di godere del panorama!

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  6. Ciao Gizeta, grazie per essere passata!
    sì non è sempre facile, anche quando si trova la propria strada poi bisogna mantenere la rotta e imparare a gestire gli ostacoli, gli imprevisti. l'importante è continuare seguire ciò che si desidera e che si ritiene giusto per sè, stando attenti a non ferire chi c'è accanto a noi.

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